
LA GRANDE OPERA. La realizzazione del canale principale dell'Acquedotto Pugliese - Antonio Bavusi e Pasquale Libutti
Gli uomini, i retroscena, le vicende poco note che portarono alla costruzione di quello che all’epoca della sua ultimazione fu il più grande acquedotto del mondo.
Un’impresa titanica, realizzata con risorse finanziarie contenute e mezzi tecnologici infinitamente meno avanzati di quelli attuali, che consentì di portare l’acqua dalla Campania all’estremità del Salento, attraversando con ponti e gallerie i dislivelli dell’impervia catena appenninica.
Migliaia di anonimi lavoratori furono impiegati per costruire le sue strutture, usando la pietra e collaudati schemi costruttivi già usati al tempo dei romani, ma anche le prime condotte in acciaio e in sezioni di cemento con armatura in ferro, considerate rivoluzionarie ai primi del ‘900.
L’Acquedotto Pugliese riuscì a estinguere la millenaria sete di una vasta parte del Mezzogiorno d’Italia, consentendo condizioni essenziali per il suo sviluppo civile, sociale ed economico. La storia della sua progettazione e costruzione resta un esempio avvincente, anche per l’Italia di oggi.